Le tendenze e
attitudini
La Grafologia è la
scienza sperimentale, che dal solo gesto
grafico spontaneo di uno scritto, rileva le tendenze innate o sortite da
natura 1/3. Il gesto grafico spontaneo, concretizzato nella grafia,
scopre le tendenze presenti
nell’individuo fin dalla nascita, perché la scrittura è distesa dalla mano
comandata dal cervello.
L’uomo è per natura un essere libero ed è capace, con la volontà, di
compiere degli atti che, inavvertitamente, sono rilevati in tutte le sue
manifestazioni spontanee 22/64. La scrittura è una modalità
specifica del comportamento umano, mentre tutte le altre gestualità si perdono
nel tempo; la scrittura resta con la sua enorme quantità di dati da
interpretare. È la prova concreta, nel
tempo e nello spazio, con la quale l’uomo, in piena libertà, ha conquistato la capacità decisionale per interpretare
l’orientamento della propria vita.
Il concetto di capacità decisionale è d’origine
aristotelica ed è stato largamente usato nella filosofia tomistica medioevale.
Moretti estende il significato di questo termine a quelle funzioni che
dipendono dalle facoltà intellettuali
e dal sentimento. Ambedue queste facoltà hanno la forza di
orientare l’essere umano, di impostarlo e di farlo agire, anzi, secondo la
teoria del libero arbitrio di Scoto,
prevale la volontà, sollecitata dal sentimento, sulle facoltà intellettive 5/37.
Le capacità decisionali,
indispensabili alla precisazione delle tendenze
intellettive e attitudinali 44/157,
rilevate attraverso le caratteristiche qualitative delle scritture grafologiche, completano l'analisi diretta della
scrittura. La Grafologia morettiana offre un contributo di primo piano di
questa diagnostica, perché porta a considerare non solo tutti gli elementi che
contribuiscono a evidenziare le tendenze
attitudinali, ma anche quelli che le contrastano, soprattutto il grado che
ne precisa l’intensità 38/295. Il termine tendenza vuol dire inclinazione naturale e spontanea a perseguire
un generico comportamento. L’attitudine
è la propensione verso uno scopo ben preciso, sia mentale che fisico. La
complessità della mente umana è tale che le varie tendenze e le attitudini
sono armonizzate secondo la loro intensità e consistenza. È pressoché
impossibile trovare nei singoli individui una tendenza o un‘attitudine
così pronunciata da escludere completamente tutte le altre 38/294.
Una persona non può essere valutata da una sola tendenza preminente o da una attitudine
specifica, ma dalle combinazioni
delle diverse tendenze e attitudini. Infatti, ogni soggetto è caratterizzato non tanto dalle tendenze e attitudini di fondo, quanto dall’intensità delle stesse,
dall’interferenza delle altre, dal grado di equilibrio esistente tra tutte le
spinte che favoriscono o contrastano le varie tendenze e attitudini 38/294.
Le combinazioni
grafologiche portano sempre a conclusioni positive e solo per devianza
possono assumere valore negativo o patologico. L’equilibrio ideale scaturisce proprio dalla sintonia tra le varie tendenze e attitudini in modo che esse trovino un’articolazione sapiente,
secondo le necessità. Per avere l’equilibrio perfetto tra tutte le spinte tendenziali e attitudinali è essenziale che nessuna
sia più forte delle altre, ma che tutte raggiungano e non oltrepassino il
livello medio 38/294.
Una scrittura grafologica esprime
una e una sola tendenza 124/37
ed evita la pluralità dei significati di origine francese 124/39.
Una qualsiasi scrittura grafologica
non può, per se stessa, significare due tendenze
disparate 1/31.
La tendenza, come inclinazione della volontà, stimolata dal sentimento
e dell’intelletto, è la spinta
istintiva a compiere un’azione, che può tradursi in attività o rimanere allo stato potenziale. La tendenza, perché possa
essere efficace in atto, deve avere tutte le qualità che sono necessarie per
tradurre la tendenza in vera azione.
Affinché la tendenza sia coronata da
successo, nel perseguire il suo scopo, deve essere munita di abilità 1/22.
L’abilità è la bravura di mettere in atto una tendenza. L’abilità, per se stessa, attua la disposizione
alla riuscita dell’evento, dal grado minimo sino al successo pieno e clamoroso 1/23.
Normalmente l’abilità è associata
alla tendenza; quanto più la tendenza
è grande, tanto più grande è la via per la quale procede l’abilità 1/23.
L’abilità si acquista con la volontà.
La tendenza
senza abilità è la facoltà per una materia senza sostegno, non ha la potenza
intellettiva per metterla in atto per mancanza della volontà attiva. Le scritture grafologiche delle tendenze sono quelle della parte
affettiva, le scritture grafologiche
delle abilità sono quelle
dell’intelletto. 5/172.
Le tendenze innate sono derivate dal sottofondo ereditario, dalla
mentalità, dal sentimento, dalla volontà, dall’intelletto e sono sempre
accompagnate dall’abilità. Le tendenze
fittizie 5/47 restano
allo stato potenziale per scarsa abilità; l’abilità
è la capacità di guidare le tendenze.
In teoria, potrebbe esistere l’abilità
senza tendenza, ma l’istinto ha con sé la passione, cioè la
soddisfazione e la minima fatica per esplicare la facoltà, perché l’abilità scaturisce spontaneamente;
quando c’è la tendenza non c’è
pericolo di entrare in esaurimento per carenza di abilità 5/172.
La fatica è il risultato del
continuo consumo d’energie e si manifesta, generalmente, in tre modi: esaurimento dell’efficienza, sofferenza dell’organismo e depressione generale.
Ogni genere d’attività, sia manuale che intellettuale, consuma energia
e la persona è soggetta alla fatica. Non esiste attività assolutamente manuale
o prettamente intellettuale; qualsiasi attività lavorativa comporta sempre
un’integrazione delle due facoltà, in una gamma infinita di sfumature.
Il lavoro manuale e quello mentale sono quindi
legati da una strettissima affinità 35/157.
La concezione moderna
dell’eguale dignità del lavoro manuale e del lavoro intellettuale ha le sue
basi nell’ordinamento giuridico e nella ricerca scientifica.
La scienza che studia il
lavoro manuale è l’ergologia. L’ergografo è uno strumento ottocentesco,
ideato da Angelo Mosso, ordinario di fisiologia all’Università di Torino, con
il quale si può misurare qualitativamente e quantitativamente la fatica.
L’ergografo registra sulla carta, come un sismografo, l’affaticamento del muscolo flessore del dito medio e
la resistenza volontaria alla fatica
del lavoro manuale. L’ergografo mostra che
esistono due tipi d’individui
fondamentali e in un certo senso opposti: il tipo che dà una curva convessa, nella quale il soggetto compie uno
sforzo massimo fin da principio e si mantiene allo stesso livello per un po’,
poi abbandona bruscamente e la curva cade tutta ad un tratto; il tipo che dà una curva concava, in cui la
diminuzione dello sforzo è progressivo, il soggetto cede lentamente alla fatica
e la curva ha un andamento molto prolungato 35/158.
I risultati delle curve ergologiche, minutamente analizzate specie in rapporto col
lavoro muscolare, si mostrano assai più costanti che nel lavoro strettamente
mentale; del resto la situazione che si realizza nell’ergografo è una
situazione ideale e, in un certo senso, teorica; serve sia per lo studio della
fatica fisica, sia per lo studio della fatica mentale 35/159.
L’affaticamento fisico
si manifesta immediatamente, mentre quello mentale, anche se notevole, non
presenta conseguenze facilmente visibili, però
la fatica non manca di manifestarsi più tardi, con l’offuscamento mentale, il
calo della volontà e l’abbandono.
L’attività mentale può essere impiegata a lungo sotto l’azione
dell’entusiasmo, dell’interesse e della necessità, senza dar luogo a sensazioni
soggettive di stanchezza, ma tutto ciò non esclude il dispendio di energie, che
alla fine è controllabile soggettivamente e oggettivamente. Questo sforzo crea
quella forma di squilibrio fra energia intellettiva e consumo reale che provoca
l’affaticamento mentale e, con l’andar del tempo, la depressione 35/159.
Una scienza che studia
l’attività della mente umana, completamente diversa dall’ergologia, ma con molte affinità teoriche, è la Grafologia
scientifica morettiana.
Il Moretti, prospettando
le varie scritture grafologiche, ha
individuato due tipologie fondamentali di persone: il tipo che ha una scrittura
con movimento curvo, dove il soggetto
manifesta una predisposizione extroversiva che lo porta a socializzare verso
gli altri, e il tipo che ha una scrittura con movimento angoloso, dove il soggetto sente una spinta introversiva,
legittima e indispensabile alla propria sopravvivenza che lo porta a ripiegare
su se stesso 4/111. La
socializzazione è il processo per il quale un individuo, crescendo, s’integra
progressivamente con se stesso e con l’ambiente 16/542.
Un’esigenza
caratteristica del genere umano è quella di riunirsi stabilmente con altri
simili e socializzare; è certo che l’uomo
vive in società e, allo stato attuale della vita civile, gli sarebbe impossibile
starne fuori 35/138.
L’ambiente fisico e
sociale in cui uno viene a trovarsi crea un problema di adattamento. In caso positivo, il soggetto è in grado di
esprimere, con costanza e libertà, le tendenze e le istanze individuali in
armonia con quelle dell’ambiente 16/542. In caso negativo,
quando l’ambiente aumenta la pressione sociale e impone dei modelli
standardizzati, che per istinto l’individuo tende a rifiutare, con un
inadattamento e un senso di ribellione.
Le reazioni all’adattamento
e all’inadattamento contribuiscono
potentemente alla maturazione della personalità 35/138.
L’adattamento attivo è la capacità di inserirsi, in maniera
equilibrata, nel contesto sociale, di soddisfare le proprie esigenze e di
provare una sensazione di benessere e di autorealizzazione.
L’adattamento
passivo è la rassegnazione ad accettare l’influenza e la pressione
dell’ambiente sacrificando i propri istinti e i propri impulsi.
L’inadattamento è l’incapacità di accettare e di comunicare con
l’ambiente circostante chiudendosi in un’interiorità isolata e asociale.
La ribellione è la non accettazione delle pressioni dell’ambiente e la
conseguente reazione violenta, motivata o immotivata.
Ogni processo di
socializzazione comporta una modificazione morfologica e funzionale dell’organismo
e una tensione delle forze interne di equilibrio o di possibili scompensi. Un basso livello di tensione determina il
cedimento, favorendo l’azione disgregante delle forze esterne. L’indebita
durata nel tempo della tensione e l’eccessivo investimento di energie producono
un danno sia nell’alterazione degli equilibri sia in una mancanza di
adattamento, che vieta la coesistenza e la collaborazione costruttiva del
sociale 43/23.
La famiglia, la scuola,
il posto di lavoro, l’ambiente circostante di vita e di svago sono tutti
frammenti di società che contribuiscono a costruire o a disgregare un buon
inserimento sociale. I fattori che devono essere attentamente valutati sono: le caratteristiche fondamentali e le esigenze
umane, culturali, morali, tradizionali dell’ambiente, le qualità intellettive,
temperamentali, morali e le esigenze, gli interessi, le aspirazioni dello
scrivente. L’integrazione dipende dalle capacità ricettive e ablative tanto
dell’ambiente quanto dello scrivente 38/394.
Nella società
contemporanea, anche per la sola conoscenza dell’individuo, non è più possibile trascurare le componenti
sociali della sua personalità, vale a dire il suo grado di maturità sociale 35/138.
Infatti, da un lato esistono gli uomini con
le loro varie personalità, tanto che non esistono due individui praticamente
identici, dall’altro ci sono le occupazioni, ognuna delle quali richiedono
certe capacità e certe attitudini 35/153.
La difficoltà più grande
è proprio quella di sintonizzare le esigenze della società con le attitudini
naturali delle persone. Quando questo processo non avviene, si manifesta una situazione frustrante, con tutte le
conseguenze personali e sociali, che è facile immaginare, e che vanno
normalmente raccolte sotto la voce alienazione
15/253.
Per attitudine si deve intendere la disposizione naturale a compiere
una determinata attività. Il massimo
profitto si ha quando tendenza e abilità si trovano riunite, sicché il
soggetto è in grado di ottenere pienamente ciò per cui ha la tendenza, quindi ne ha l’attitudine 17/294.
La grafologia, sulla
base delle capacità e delle potenzialità innate di un individuo, è in grado di
conoscere le caratteristiche qualitative,
l’intelletto e il sentimento, le tendenze e le attitudini
osservando l’intensità delle scritture
grafologiche presenti nella grafia. La presenza di un’attitudine specifica orienta la persona verso l’attività più consona alle proprie
esigenze.
L’attività favorisce
l’intraprendenza, l’ottimismo, la capacità di crearsi nuove forme di azione, di
battere vie mai prima percorse ed anche la decisione, lo spirito d’indipendenza
e il senso pratico. L’attività sembra
essere soprattutto indice di benessere e di sanità mentale 16/544.
La conoscenza
dell’intensità delle scritture
grafologiche permette di qualificare e
quantificare l’attività, la non attività e l’iperattività, notando che solo l’attività è orientata, controllata, fattiva e soprattutto non
disturba l’ambiente 16/544.
Le scritture grafologiche morettiane inerenti all’attività fattiva e organizzata, capace di semplificare i problemi 16/544 sono: ANGOLOSA
- APPUNTITA -
ASCENDENTE - ATTACCATA
- AUSTERA -
CALIBRATA - CALMA
- CARICATA - CONVERGENTE
- CONVESSA -
CURVA - DINAMICA
- DISTANZIATA -
ELEGANTE - FLESSUOSA - FLUIDA
- LANCEOLATA -
LARGA - LEGATA
- ORIZZONTALE -
PARCA - POLIEDRICA
- PONDERATA -
PROFUSA - RETTILINEA
- SINUOSA -
SMUSSATA - SPAZIATA
- STRETTA -
VELOCE - VERTICALE .
Le scritture
grafologiche morettiane inerenti all’iperattività
incontrollata per un nativo impulso
eccitatore dell’energia vitale e frenesia delle conclusioni 16/544 o perché fa
le cose alla maledetta 1/337
sono: AMMANIERATA - ARDITA
- GROSSOLANA - IMPAZIENTE
- IRTA -
MITOMANE - REGRESSIVA
- SCATTANTE -
SECCA - SLANCIATA
- SPAVALDA .
Le scritture grafologiche morettiane inerenti all’inattività per una franante e pedante metodicità 16/545
sono: ACCURATA - ALLUNGATA - CHIARA - LENTA
- LEVIGATA - MINUTA
- NITIDA - PARALLELA -
PEDANTE - RECISA
- SOBRIA -
SOGGETTIVISMO - SOLENNE
- UGUALE .
Le scritture grafologiche morettiane inerenti all’inattività per scarsa aggressività 16/545 sono: CONCAVA -
DISCENDENTE - FILIFORME -
FINE - PENDENTE
- STACCATA -
SVIRGOLATA - TENTENNANTE
- VEZZOSA .
Le scritture grafologiche morettiane inerenti all’inattività per mancanza d’energie sono: FLEMMATICA -
SCIATTA - SPADIFORME
- TITUBANTE .
Le scritture grafologiche morettiane inerenti all’inattività per difficoltà congenite sono: ACCARTOCCIATA -
ADDOSSATE - AGGROVVIGLIATA -
ARTRITICA - CONFUSA
- DISORDINATA -
GROSSA - INTOZZATA
- INTRECCIATA -
MERLATA - MINUZIOSA
- OSCURA - ROVESCIATA
- STENTATA .
L’attitudine di una persona per lo svolgimento di determinate attività, risultanti dal complesso delle
caratteristiche qualitative innate, è
considerata durevole e come tale permette un’attendibile previsione dei
risultati futuri.
Le graduazioni delle scritture grafologiche, con le relative caratteristiche qualitative inerenti
all’attività fattiva e organizzata,
all’iperattività incontrollata e
frenetica, all’inattività per
frenante metodicità, all’inattività
per scarsa aggressività, all’inattività
per mancanza d’energie, all’inattività
per difficoltà congenite, di Giacomo Leopardi, rilevate dal Moretti nel
“Trattato di grafologia” e di Fermo Corni, rilevate dalla “nobilissima lettera”
al Sindaco di Modena, possono essere raccolte, separatamente, in due SCHEDA DELLE
TENDENZE E ATTITUDINI per confrontarle e per meglio valutare la
complessità delle operazioni.