sabato 3 ottobre 2015

Le tendenze ed attitudini



Le  tendenze  e  attitudini

La Grafologia è la scienza sperimentale, che dal solo gesto grafico spontaneo di uno scritto, rileva le tendenze innate o sortite da natura 1/3. Il gesto grafico spontaneo, concretizzato nella grafia, scopre le tendenze presenti nell’individuo fin dalla nascita, perché la scrittura è distesa dalla mano comandata dal cervello.
L’uomo è per natura un essere libero ed è capace, con la volontà, di compiere degli atti che, inavvertitamente, sono rilevati in tutte le sue manifestazioni spontanee 22/64. La scrittura è una modalità specifica del comportamento umano, mentre tutte le altre gestualità si perdono nel tempo; la scrittura resta con la sua enorme quantità di dati da interpretare. È la prova concreta, nel tempo e nello spazio, con la quale l’uomo, in piena libertà, ha conquistato la capacità decisionale per interpretare l’orientamento della propria vita. 
Il concetto di capacità decisionale è d’origine aristotelica ed è stato largamente usato nella filosofia tomistica medioevale. Moretti estende il significato di questo termine a quelle funzioni che dipendono dalle facoltà intellettuali e dal sentimento. Ambedue queste facoltà hanno la forza di orientare l’essere umano, di impostarlo e di farlo agire, anzi, secondo la teoria del libero arbitrio di Scoto, prevale la volontà, sollecitata dal sentimento, sulle facoltà intellettive 5/37.
Le capacità decisionali, indispensabili alla precisazione delle tendenze intellettive e attitudinali 44/157, rilevate attraverso le caratteristiche qualitative delle scritture grafologiche, completano l'analisi diretta della scrittura. La Grafologia morettiana offre un contributo di primo piano di questa diagnostica, perché porta a considerare non solo tutti gli elementi che contribuiscono a evidenziare le tendenze attitudinali, ma anche quelli che le contrastano, soprattutto il grado che ne precisa l’intensità 38/295. Il termine tendenza vuol dire inclinazione naturale e spontanea a perseguire un generico comportamento. L’attitudine è la propensione verso uno scopo ben preciso, sia mentale che fisico. La complessità della mente umana è tale che le varie tendenze e le attitudini sono armonizzate secondo la loro intensità e consistenza. È pressoché impossibile trovare nei singoli individui una tendenza o un‘attitudine così pronunciata da escludere completamente tutte le altre 38/294. Una persona non può essere valutata da una sola tendenza preminente o da una attitudine specifica, ma dalle combinazioni delle diverse tendenze e attitudini. Infatti, ogni soggetto è caratterizzato non tanto dalle tendenze e attitudini di fondo, quanto dall’intensità delle stesse, dall’interferenza delle altre, dal grado di equilibrio esistente tra tutte le spinte che favoriscono o contrastano le varie tendenze e attitudini 38/294.
 Le combinazioni grafologiche portano sempre a conclusioni positive e solo per devianza possono assumere valore negativo o patologico. L’equilibrio ideale scaturisce proprio dalla sintonia tra le varie tendenze e attitudini in modo che esse trovino un’articolazione sapiente, secondo le necessità. Per avere l’equilibrio perfetto tra tutte le spinte tendenziali e attitudinali è essenziale che nessuna sia più forte delle altre, ma che tutte raggiungano e non oltrepassino il livello medio 38/294.
Una scrittura grafologica esprime una e una sola tendenza 124/37 ed evita la pluralità dei significati di origine francese 124/39. Una qualsiasi scrittura grafologica non può, per se stessa, significare due tendenze disparate 1/31.
La tendenza, come inclinazione della volontà, stimolata dal sentimento e dell’intelletto, è la spinta istintiva a compiere un’azione, che può tradursi in attività o rimanere allo stato potenziale. La tendenza, perché possa essere efficace in atto, deve avere tutte le qualità che sono necessarie per tradurre la tendenza in vera azione. Affinché la tendenza sia coronata da successo, nel perseguire il suo scopo, deve essere munita di abilità 1/22.
L’abilità è la bravura di mettere in atto una tendenza. L’abilità, per se stessa, attua la disposizione alla riuscita dell’evento, dal grado minimo sino al successo pieno e clamoroso 1/23. Normalmente l’abilità è associata alla tendenza; quanto più la tendenza è grande, tanto più grande è la via per la quale procede l’abilità 1/23.
L’abilità si acquista con la volontà. La tendenza senza abilità è la facoltà per una materia senza sostegno, non ha la potenza intellettiva per metterla in atto per mancanza della volontà attiva. Le scritture grafologiche delle tendenze sono quelle della parte affettiva, le scritture grafologiche delle abilità sono quelle dell’intelletto. 5/172.
Le tendenze innate sono derivate dal sottofondo ereditario, dalla mentalità, dal sentimento, dalla volontà, dall’intelletto e sono sempre accompagnate dall’abilità. Le tendenze fittizie 5/47 restano allo stato potenziale per scarsa abilità; l’abilità è la capacità di guidare le tendenze. In teoria, potrebbe esistere l’abilità senza tendenza, ma l’istinto ha con sé la passione, cioè la soddisfazione e la minima fatica per esplicare la facoltà, perché l’abilità scaturisce spontaneamente; quando c’è la tendenza non c’è pericolo di entrare in esaurimento per carenza di abilità 5/172.
La fatica è il risultato del continuo consumo d’energie e si manifesta, generalmente, in tre modi: esaurimento dell’efficienza, sofferenza dell’organismo e depressione generale.
Ogni genere d’attività, sia manuale che intellettuale, consuma energia e la persona è soggetta alla fatica. Non esiste attività assolutamente manuale o prettamente intellettuale; qualsiasi attività lavorativa comporta sempre un’integrazione delle due facoltà, in una gamma infinita di sfumature.
Il lavoro manuale e quello mentale sono quindi legati da una strettissima affinità 35/157.
La concezione moderna dell’eguale dignità del lavoro manuale e del lavoro intellettuale ha le sue basi nell’ordinamento giuridico e nella ricerca scientifica.
La scienza che studia il lavoro manuale è l’ergologia. L’ergografo è uno strumento ottocentesco, ideato da Angelo Mosso, ordinario di fisiologia all’Università di Torino, con il quale si può misurare qualitativamente e quantitativamente la fatica.
L’ergografo registra sulla carta, come un sismografo, l’affaticamento del muscolo flessore del dito medio e la resistenza volontaria alla fatica del lavoro manuale. L’ergografo mostra che esistono due tipi d’individui fondamentali e in un certo senso opposti: il tipo che dà una curva convessa, nella quale il soggetto compie uno sforzo massimo fin da principio e si mantiene allo stesso livello per un po’, poi abbandona bruscamente e la curva cade tutta ad un tratto; il tipo che dà una curva concava, in cui la diminuzione dello sforzo è progressivo, il soggetto cede lentamente alla fatica e la curva ha un andamento molto prolungato 35/158.
I risultati delle curve ergologiche, minutamente analizzate specie in rapporto col lavoro muscolare, si mostrano assai più costanti che nel lavoro strettamente mentale; del resto la situazione che si realizza nell’ergografo è una situazione ideale e, in un certo senso, teorica; serve sia per lo studio della fatica fisica, sia per lo studio della fatica mentale 35/159.
L’affaticamento fisico si manifesta immediatamente, mentre quello mentale, anche se notevole, non presenta conseguenze facilmente visibili, però la fatica non manca di manifestarsi più tardi, con l’offuscamento mentale, il calo della volontà e l’abbandono.
L’attività mentale può essere impiegata a lungo sotto l’azione dell’entusiasmo, dell’interesse e della necessità, senza dar luogo a sensazioni soggettive di stanchezza, ma tutto ciò non esclude il dispendio di energie, che alla fine è controllabile soggettivamente e oggettivamente. Questo sforzo crea quella forma di squilibrio fra energia intellettiva e consumo reale che provoca l’affaticamento mentale e, con l’andar del tempo, la depressione 35/159. 
Una scienza che studia l’attività della mente umana, completamente diversa dall’ergologia, ma con molte affinità teoriche,  è la Grafologia scientifica morettiana.
Il Moretti, prospettando le varie scritture grafologiche, ha individuato due tipologie fondamentali di persone: il tipo che ha una scrittura con movimento curvo, dove il soggetto manifesta una predisposizione extroversiva che lo porta a socializzare verso gli altri, e il tipo che ha una scrittura con movimento angoloso, dove il soggetto sente una spinta introversiva, legittima e indispensabile alla propria sopravvivenza che lo porta a ripiegare su se stesso 4/111. La socializzazione è il processo per il quale un individuo, crescendo, s’integra progressivamente con se stesso e con l’ambiente 16/542.
Un’esigenza caratteristica del genere umano è quella di riunirsi stabilmente con altri simili e socializzare; è certo che l’uomo vive in società e, allo stato attuale della vita civile, gli sarebbe impossibile starne fuori 35/138.
L’ambiente fisico e sociale in cui uno viene a trovarsi crea un problema di adattamento. In caso positivo, il soggetto è in grado di esprimere, con costanza e libertà, le tendenze e le istanze individuali in armonia con quelle dell’ambiente 16/542. In caso negativo, quando l’ambiente aumenta la pressione sociale e impone dei modelli standardizzati, che per istinto l’individuo tende a rifiutare, con un inadattamento e un senso di ribellione.
Le reazioni all’adattamento e all’inadattamento contribuiscono potentemente alla maturazione della personalità 35/138.
L’adattamento attivo è la capacità di inserirsi, in maniera equilibrata, nel contesto sociale, di soddisfare le proprie esigenze e di provare una sensazione di benessere e di autorealizzazione.
 L’adattamento passivo è la rassegnazione ad accettare l’influenza e la pressione dell’ambiente sacrificando i propri istinti e i propri impulsi.
L’inadattamento è l’incapacità di accettare e di comunicare con l’ambiente circostante chiudendosi in un’interiorità isolata e asociale.
La ribellione è la non accettazione delle pressioni dell’ambiente e la conseguente reazione violenta, motivata o immotivata.
Ogni processo di socializzazione comporta una modificazione morfologica e funzionale dell’organismo e una tensione delle forze interne di equilibrio o di possibili scompensi. Un basso livello di tensione determina il cedimento, favorendo l’azione disgregante delle forze esterne. L’indebita durata nel tempo della tensione e l’eccessivo investimento di energie producono un danno sia nell’alterazione degli equilibri sia in una mancanza di adattamento, che vieta la coesistenza e la collaborazione costruttiva del sociale 43/23.
La famiglia, la scuola, il posto di lavoro, l’ambiente circostante di vita e di svago sono tutti frammenti di società che contribuiscono a costruire o a disgregare un buon inserimento sociale. I fattori che devono essere attentamente valutati sono: le caratteristiche fondamentali e le esigenze umane, culturali, morali, tradizionali dell’ambiente, le qualità intellettive, temperamentali, morali e le esigenze, gli interessi, le aspirazioni dello scrivente. L’integrazione dipende dalle capacità ricettive e ablative tanto dell’ambiente quanto dello scrivente 38/394.
Nella società contemporanea, anche per la sola conoscenza dell’individuo, non è più possibile trascurare le componenti sociali della sua personalità, vale a dire il suo grado di maturità sociale 35/138. Infatti, da un lato esistono gli uomini con le loro varie personalità, tanto che non esistono due individui praticamente identici, dall’altro ci sono le occupazioni, ognuna delle quali richiedono certe capacità e certe attitudini 35/153.
La difficoltà più grande è proprio quella di sintonizzare le esigenze della società con le attitudini naturali delle persone. Quando questo processo non avviene, si manifesta una situazione frustrante, con tutte le conseguenze personali e sociali, che è facile immaginare, e che vanno normalmente raccolte sotto la voce alienazione 15/253.
Per attitudine si deve intendere la disposizione naturale a compiere una determinata attività. Il massimo profitto si ha quando tendenza e abilità si trovano riunite, sicché il soggetto è in grado di ottenere pienamente ciò per cui ha la tendenza, quindi ne ha l’attitudine 17/294.
La grafologia, sulla base delle capacità e delle potenzialità innate di un individuo, è in grado di conoscere le caratteristiche qualitative, l’intelletto e il sentimento, le tendenze e le attitudini osservando l’intensità delle scritture grafologiche presenti nella grafia. La presenza di un’attitudine specifica orienta la persona verso l’attività più consona alle proprie esigenze.
L’attività favorisce l’intraprendenza, l’ottimismo, la capacità di crearsi nuove forme di azione, di battere vie mai prima percorse ed anche la decisione, lo spirito d’indipendenza e il senso pratico. L’attività sembra essere soprattutto indice di benessere e di sanità mentale 16/544.
La conoscenza dell’intensità delle scritture grafologiche permette di qualificare e quantificare l’attività, la non attività e l’iperattività, notando che solo l’attività è orientata, controllata, fattiva e soprattutto non disturba l’ambiente  16/544.

Le scritture grafologiche morettiane inerenti all’attività fattiva e organizzata, capace di semplificare i problemi 16/544 sono: ANGOLOSA  -  APPUNTITA  -  ASCENDENTE  -  ATTACCATA  -  AUSTERA  -  CALIBRATA  -  CALMA  -  CARICATA  -  CONVERGENTE  -  CONVESSA  -  CURVA  -  DINAMICA  -  DISTANZIATA  -  ELEGANTE  -  FLESSUOSA  -  FLUIDA  -  LANCEOLATA  -  LARGA  -  LEGATA  -  ORIZZONTALE  -  PARCA  -  POLIEDRICA  -  PONDERATA  -  PROFUSA  -  RETTILINEA  -  SINUOSA  -  SMUSSATA  -  SPAZIATA  -  STRETTA  -  VELOCE  -  VERTICALE . 

Le  scritture grafologiche morettiane inerenti all’iperattività incontrollata per un nativo impulso eccitatore dell’energia vitale e frenesia delle conclusioni 16/544  o perché fa le cose alla maledetta 1/337  sono:  AMMANIERATA  -  ARDITA  -  GROSSOLANA  -  IMPAZIENTE  -  IRTA  -  MITOMANE  -  REGRESSIVA  -  SCATTANTE  -  SECCA  -  SLANCIATA  -  SPAVALDA . 

Le scritture grafologiche morettiane inerenti all’inattività per una franante e pedante metodicità 16/545 sono:  ACCURATA  -  ALLUNGATA  -  CHIARA  -  LENTA  -  LEVIGATA -   MINUTA  -  NITIDA  -  PARALLELA  -  PEDANTE  -  RECISA  -  SOBRIA  -  SOGGETTIVISMO  -  SOLENNE  -  UGUALE .

Le scritture grafologiche morettiane inerenti all’inattività per scarsa aggressività 16/545 sono:  CONCAVA  -  DISCENDENTE  -  FILIFORME  -  FINE  -  PENDENTE  -  STACCATA  -  SVIRGOLATA  -  TENTENNANTE  -  VEZZOSA .

Le scritture grafologiche morettiane inerenti all’inattività per mancanza d’energie sono:  FLEMMATICA  -  SCIATTA  -  SPADIFORME  -  TITUBANTE .

Le scritture grafologiche morettiane inerenti all’inattività per difficoltà congenite sono:   ACCARTOCCIATA  -  ADDOSSATE  -  AGGROVVIGLIATA  -  ARTRITICA  -  CONFUSA  -  DISORDINATA  -  GROSSA  -  INTOZZATA  -  INTRECCIATA  -  MERLATA  -  MINUZIOSA  -  OSCURA  -  ROVESCIATA  -  STENTATA .

L’attitudine di una persona per lo svolgimento di determinate attività, risultanti dal complesso delle caratteristiche qualitative innate, è considerata durevole e come tale permette un’attendibile previsione dei risultati futuri.

 


Le graduazioni delle scritture grafologiche, con le relative caratteristiche qualitative inerenti all’attività fattiva e organizzata, all’iperattività incontrollata e frenetica, all’inattività per frenante metodicità, all’inattività per scarsa aggressività, all’inattività per mancanza d’energie, all’inattività per difficoltà congenite, di Giacomo Leopardi, rilevate dal Moretti nel “Trattato di grafologia” e di Fermo Corni, rilevate dalla “nobilissima lettera” al Sindaco di Modena, possono essere raccolte, separatamente, in due  SCHEDA  DELLE  TENDENZE  E  ATTITUDINI  per confrontarle e per meglio valutare la complessità delle operazioni.




mercoledì 7 gennaio 2015

NOVITA'

E' stato completata ed ora è disponibile l'opera completa 

GRAFOLOGIA MATEMATICA PONDERATA (ESAURITO! SOSTITUITO CON PRONTUARIO DI GRAFOLOGIA PONDERATA - V EDIZIONE)


Pagine 700 -
Cd  allegato per il calcolo computerizzato





Moretti è un pioniere e nel suo campo è uno scopritore. La sua grafologia non gli è piovuta dal cielo, ma l’ha sofferta per lunghissimi anni. Il pioniere, come scrivono Jung e Palaferri, avanza inciampando attraverso terreni sconosciuti, rimane ingannato dall’analogia e conosce sempre solo dopo quello che avrebbe dovuto conoscere prima. La seconda generazione ha il vantaggio di godere di una certa prospettiva e, soprattutto, conosce quel che occorre sapere in precedenza.
Con l’aiuto di questo bagaglio di conoscenze, il rappresentante della seconda generazione può collegare elementi tra loro distanti, risolvere problemi intricati e dare una descrizione coerente di tutto quel terreno della cui estensione il pioniere è giunto a cogliere l’insieme solo al termine dell’opera della sua vita. Il pioniere apre solo una strada; spetta a chi segue spianarla, correggerne alcuni punti del tracciato, ampliarla e diramarla.
L’apporto dell’elemento matematico è certamente una componente indispensabile per la scientificità della grafologia. La grafologia matematica ponderata calcola le graduazioni delle scritture grafologiche morettiane e straniere, le innumerevoli combinazioni, le risultanze del temperamento, le valenze dell’intelligenza, la valutazione della personalità, le tendenze e le attitudini. La Grafologia matematica ponderata, condensata in una formula, è oggettiva, non ha bisogno di essere interpretata, perché è più eloquente un numero di cento parole.





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  Le graduazioni delle   scritture grafologiche   di Giacomo Leopardi, rilevati dal Moretti nel  “Trattato di grafologia”,  quando vengono i...