domenica 19 giugno 2011

LA MATEMATIZZAZIONE GRAFOLOGICA


La Grafologia è una scienza sperimentale che, dal solo gesto grafico di uno scritto, rileva le tendenze innate o sortite da natura.
Il Moretti sottolinea sempre che i principi e le regole grafologiche sono fissate dagli esperimenti eseguiti e che tali principi potrebbero fallire in qualche caso sporadico, ma non in se stessi; su più di duecentocinquantamila casi non hanno mai fallito riguardo all’intelligenza e al sentimento. Qualche fallacia si deve ammettere riguardo alla parte somatica.
La rivoluzione del pensiero scientifico, sorto nel Rinascimento e tuttora in atto, non si limita al solo metodo sperimentale ma pretende una matematizzazione. Il grande libro dell’universo, annotava Galileo, è scritto in lingua matematica e i caratteri sono numeri e figure geometriche senza i quali mezzi è impossibile intendere umanamente parola, senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro labirinto.
La matematica è la scienza dei numeri e delle figure. L’uomo ha fatto calcoli e concepito figure ancor prima della scrittura e un teorema matematico, una volta dimostrato, è valido per sempre. La matematica è uno strumento logico che si appoggia su ragionamenti immaginari: se una teoria matematica viene applicata a un problema matematico, il risultato sarà matematico; se, invece, una teoria matematica dovesse venir applicata a un’altra scienza sperimentale fornirà, se i dati del problema sono veri, delle conclusioni vere di quella data scienza.
La matematica non può dire nulla sulla realtà delle cose, ma è in grado di stabilire che una cosa segue un’altra in un certo modo e, con la logica, è possibile accettare ragionevolmente la validità delle deduzioni concentrate in una formula.
Gli eventi di questo mondo non sono altro che casi particolari di leggi generali. Scoprire il generale dal particolare e il permanente dal transitorio è il risultato dell’intenso lavoro dello scienziato. Non è, infatti, essenziale, nel campo delle scienze, il fatto che prima siano state proposte le intuizioni e poi, anche a distanza di secoli, le dimostrazioni e le validazioni.
La matematizzazione della grafologia è certamente un elemento indispensabile per la scientificità della materia. Il problema è di tradurre in termini rigorosi reperti empirici la cui interpretazione è, in buona parte, affidata a una scienza in parte empirica e in parte formale, qual è la grafologia.
Il Moretti è stato il primo caposcuola che ha formato una nuova Grafologia completamente matematizzata. Per la prima volta nella storia della Grafologia si è parlato con Moretti di vera quantificazione dei segni grafologici, tanto che, altre correnti l’hanno accusato di fare della matematica. Per Moretti, invece, era il mezzo per arrivare a definire l’individualità irripetibile di ogni scrivente, ed è per questo che ha rifiutato le Grafologie che non erano in grado di farlo.
La Grafologia, come ogni altra scienza, ha avuto la sua storia, la sua evoluzione e grandi pensatori che ne hanno trasmesso le loro deduzioni. Il Moretti, da grande scienziato, ha intuito le leggi della matematizzazione della grafologia. Le più grandi invenzioni sono sempre la risultante di precedenti invenzioni o scoperte e l’intero contributo personale e originale di uno scienziato può spesso riassumersi in poche righe, mentre il resto della sua opera è riportato da lavoro altrui.

 

Il  rapporto  gamma


Il carattere di stamperia è un blocchetto di metallo a forma di parallelepipedo che sulla faccia superiore porta in rilievo segno grafico disegnato, inciso e fuso in modo speculare. Nei secoli scorsi, pochi rami dell’industria hanno ricercato tanta perfezione come quella della fabbricazione dei caratteri. Gli stampatori più celebri d’Italia, Germania, Inghilterra e Francia non cessarono mai di arricchire l’industria tipografica di nuovi caratteri.
I caratteri tipografici sono tutti dei capolavori dal piccolissimo carattere di soli 5 punti, introdotto dal francese Didot, alle grosse lettere di legno per manifesti.
L’unità di misura tipografica, in gran parte d’Europa, è il punto Didot che corrisponde a mezzo punto del piede francese o “pied du roi” e vale 0,376 millimetri. La riga di lettura o tipografica è di 12 punti che corrisponde a 4,51 millimetri.
I bianchi tipografici, gli spazi e le interlinee, sono quei particolari materiali che non vengono stampati perché più bassi dei caratteri. Gli spazi, quadrato, quadratino e quadratone, sono dei bianchi tipografici, di varia misura, che servono a separare una parola dall’altra e, a volte, ad allontanare le singole lettere di una stessa parola. Le interlinee sono dei bianchi tipografici a forma di lame, che si pongono tra una riga e la successiva per distanziarle e consolidare tutta la forma da legare. L’occhio è la parte in rilievo che costituisce la lettera da stampare.
La forza di corpo è la massima dimensione in altezza del carattere e va dalla testa degli allunghi superiori fino al fondo degli allunghi inferiori.
La manoscrittura non segue le rigide leggi della stampa tipografica o meccanografica perché quando la persona scrive, con gesto grafico spontaneo, compie sempre delle inesattezze. È difficile che due lettere minuscole minori abbiano le stesse dimensioni.
Il calibro in una grafia, nella terminologia morettiana, è l’altezza delle lettere minuscole minori. Il calibro perfetto, in una grafia assolutamente normale, leggibile e proposta per l’esame ottico è di due millimetri e mezzo. Normalità o perfezione, per Moretti, è solo relativa; la normalità o perfezione assoluta è solo una meta cui ogni individuo cerca solo di accostarsi il più possibile, ma è irraggiungibile, com’è irraggiungibile lo zero assoluto in fisica. Se la perfezione è irraggiungibile e la natura non procede mai a salti, ma tutto è progressivo, la manoscrittura sarà sempre inesatta e definita da due limiti estremi: il calibro massimo e il calibro minimo.
La misura del calibro, in millimetri, compiuta con strumenti ottici graduati, è data dall’altezza esterna della lettera. L’altezza è un’entità geometrica perpendicolare alla base, per cui l’altezza di una lettera minuscola minore o calibro è la misurazione metrica perpendicolare al rigo, indipendentemente dalla sua pendenza. 
Per la legge dei grandi numeri, il calibro  è la misura dell’altezza delle lettere minuscole minori quando sono tutte uguali, ma questo non può verificarsi perciò occorrerà ricorrere alla Media aritmetica degli scritti. Misurare l’intero universo degli scritti di una persona è in pratica impossibile e l’operazione dovrà ripiegare necessariamente sulla misurazione per campione.
La misura nominale del calibro di una grafia è la Media aritmetica della successione dei valori delle altezze delle lettere minuscole minori della riga quartile superiore e della riga quartile inferiore. Inoltre, per verificare se il calcolo ha una tolleranza accettabile, è sufficiente aggiungere, all’operazione della media aritmetica, un qualsiasi valore, misurato con scelta casuale nelle altre righe, al numeratore e aggiungere uno alla frequenza del denominatore.
Il valore più rappresentativo e veloce, in questi casi, è sempre la Media gamma.
La Media gamma è la semisomma tra la massima altezza e la minima altezza delle lettere minuscole minori certe, in genere tonde, cercate con cura in tutto lo scritto. 
Nella scelta della lettera maggiore viene esclusa la lettera che in principio si presenta sproporzionatamente grande, relativamente alle altre lettere, perché prende la forma di una maiuscola e, come tale, non entra nel calcolo adeguato per la Media aritmetica.
La disuguaglianza delle lettere è una tipica caratteristica della manoscrittura e la continua variazione del calibro crea vivacità e armonia.
Il grafologo francese Jean Crépieux legò il livello intellettivo all’indice grafico dell’armonia. Il concetto era quanto mai giusto, perché l’armonia grafica è senz’altro la risultante di tutta l’armonia dei sistemi della personalità. La valutazione dell’armonia del gesto grafico, secondo Crépieux, è affidata all’esperienza e alle capacità del grafologo.
Ludwig Klages scopre che uno degli elementi fondamentali del movimento grafico è l’eccitamento impulsivo. L’eccitamento impulsivo attiva continuamente il flusso energetico dell’organismo, ha una frequenza e un’intensità altamente individualizzate e investe un livello di energia che può essere adeguato allo scopo. Il livello di energia può essere regolato dal giusto grado d’inibizione e che la regolarità e variabilità sono leggi che modulano e regolano il ritmo individuale, compreso quello grafico. Klages ha delegato la valutazione del ritmo individuale al concetto del “formniveau ” affidata alla sola percezione del grafologo.
Moretti, senza essere a conoscenza della grafologia analitica tedesca, ebbe la geniale intuizione di definire, in maniera precisa, tanto sotto l’aspetto qualitativo che quantitativo, una  scrittura grafologica  in grado di evidenziare il livello delle capacità intuitive, astrattive e creative della personalità. È la  Scrittura  DISUGUALE  METODICAMENTE  legata alla ricchezza delle illuminazioni, che si riverberano con vivacità e senza mai ripetersi nelle disuguaglianze delle lettere, ma sempre nell’ambito della realtà e dell’armonia.
La  Scrittura  DISUGUALE  METODICAMENTE  per differenze metodiche, delle lettere minuscole minori, indica la tendenza inventiva nel campo dell’intelligenza.
Le disuguaglianze non debbono dare nell’occhio e non debbono essere sproporzionate alla natura della grafia. In una grafia piccola, le disuguaglianze debbono essere più minute di una grafia grande: quanto più le disuguaglianze sono piccole tanto più grande è l’intensità della scrittura grafologica.
Una grafia ben calibrata, con un ristretto campo di variabilità tra il valore minimo e il valore massimo delle lettere minuscole minori, avrà un’elevata graduazione e, al limite estremo, entrerà nel concetto di  Scrittura  UGUALE  o  Scrittura  ESATTA . Una grafia poco calibrata, con un ampio campo di variabilità tra il valore minimo e il valore massimo, avrà una bassa graduazione e, al limite estremo, entrerà nel concetto di  Scrittura  DISUGUALE  SENZA  METODO  o  Scrittura  DISORDINATA .
La  Scrittura  CALIBRATA  ha le lettere di calibro disuguale, alcune più alte e altre più basse e un limitato campo di variabilità, come la Scrittura  DISUGUALE  METODICAMENTE   ma la variabilità è infinitesimale e non per scaglioni. La Media aritmetica, in una distribuzione normale infinitesimale gaussiana, sta nel mezzo, tra il massimo e il minimo.
Il Moretti propone due criteri per la graduazione della Scrittura  DISUGUALE  METODICAMENTE : il criterio delle disuguaglianze e il criterio delle differenze.

Primo  Criterio:  disuguaglianze  di  calibro.
Le diverse altezze delle lettere minuscole minori sono divise in tanti scaglioni o disuguaglianze e il grafologo vede “ ictu oculi ” quanti scaglioni sono presenti nella grafia.
Il criterio delle disuguaglianze è fondato sulla capacità del grafologo di suddividere il campo di variabilità  tra il valore massimo o la lettera più alta di calibro e il valore minimo o la lettera più bassa di calibro in tanti scaglioni omogenei o disuguaglianze.
Moretti, intuitivamente, indica l’entità degli scaglioni e i limiti del campo di variabilità.
In una scrittura di medio calibro, ogni scaglione può essere un terzo di millimetro, in una scrittura minuta può essere un quarto di millimetro e in una scrittura, che supera il calibro medio, può essere mezzo millimetro. Il campo di variabilità, in un calibro medio può essere non più di un millimetro e mezzo, in un calibro inferiore può essere non più di un millimetro e in un calibro superiore al medio, può essere non più di due millimetri. Fuori da questi limiti si esce dal concetto di  Scrittura  DISUGUALE  METODICAMENTE .
Il rapporto tra questi valori indica il numero minimo delle disuguaglianze possibili in ogni tipo di calibro. In una scrittura di calibro piccolo o grande è quattro; in una scrittura di calibro medio è tra quattro e cinque. Il numero delle disuguaglianze aumenta quando l’ampiezza degli scaglioni o delle disuguaglianze diminuisce. Quanto più le disuguaglianze sono molteplici tanto più forte ed elevato sarà il grado. Praticamente con sette disuguaglianze minime si può avere 10 decimi di  grado, con sei  8 decimi, con cinque  7 decimi, con quattro  6 decimi, con tre  5 decimi di grado e sotto i 5 decimi  non è più calcolabile la  Scrittura  DISUGUALE  METODICAMENTE .

 Secondo  Criterio:  differenze  di  calibro.
Quanto più piccole sono le differenze di calibro, tanto più alto è il grado.
Le differenze di calibro, sono state minutamente indicate da Moretti per i tre diversi tipi di grafie. In una grafia grande, se la differenza di calibro è di due millimetri sarà intorno ai  5 decimi, se la differenza è di un millimetro e mezzo sarà 6 decimi, se la differenza è di un millimetro sarà circa 7 o 8 decimi, se la differenza è di mezzo millimetro sarà circa 9 decimi, se un terzo di millimetro sarà 10 decimi di grado della  Scrittura  DISUGUALE  METODICAMENTE .
In una grafia di calibro medio, se la differenza di calibro è di un millimetro e mezzo si può avere  solo  5 decimi  di grado, se la differenza di calibro è di un millimetro e un quarto si avrà  6 decimi di grado, se la differenza di calibro è di un millimetro si avrà  7 decimi di grado, se la differenza di calibro  è di tre quarti di millimetro si avrà  8 decimi di grado, se di mezzo millimetro si avrà  9 decimi di grado, se un terzo di millimetro si avrà il massimo di  10 decimi di grado della Scrittura  DISUGUALE  METODICAMENTE .
In una grafia di calibro piccolo, se la differenza di calibro è di un millimetro, si può avere  solo 5/10  di grado, se la differenza è di quattro quinti di millimetro sarà  6 decimi di grado, se di tre quarti di millimetro sarà 7 decimi di grado, se di mezzo millimetro sarà  8 decimi di grado, se di un terzo di millimetro si avrà  9 decimi di grado e se la differenza è di un quarto di millimetro sarà il massimo di  10 decimi di grado della Scrittura  DISUGUALE  METODICAMENTE .

DIFFERENZE    DI    CALIBRO    MORETTIANE



Terzo  Criterio:  Rapporto  gamma
Il criterio del  Rapporto  gamma per il calcolo matematico della graduazione della Scrittura  CALIBRATA  a variabilità infinitesimale, per qualsiasi tipo di calibro,  è il confronto all’unità tra la lettera di calibro minimo e la lettera di calibro massimo. 

In formula  

                              

                                   Lattera di calibro minimo
Rapporto gamma  =  ————————————
                                    Lettera di calibro massimo                            


Il  Rapporto  gamma  raccoglie in una sola formula, per interpolazione fra punti noti, tutte le variazioni di calibro tra il minimo e il massimo. L’interpolazione per punti noti  mira a sostituire una successione di dati con un’altra successione esprimibile con una  formula matematica che riveli il comportamento tendenziale del fenomeno.
Le successioni dei dati empirici proposti dal Moretti e le relative perequazioni possono essere rappresentate in un Diagramma cartesiano con linee tratteggiate. Il Rapporto  gamma  ha lo scopo di sostituire tutte le linee empiriche con una sola curva teorica più semplice, di carattere continuo e regolare, che possa interpretare efficacemente la  Scrittura  CALIBRATA  e, ancora meglio, il complesso fenomeno della Scrittura  DISUGUALE  METODICAMENTE
L’interpolazione analitica del  Rapporto gamma  è un metodo di perequazione matematica a base variabile dove la curva non passa necessariamente per i punti dati, ma da questi, si discosta di un valore tanto piccolo da poter essere trascurato.
La graduazione della  Scrittura  CALIBRATA  calcolata con il  Rapporto  gamma  è compresa tra dieci decimi e zero decimi, esclusi gli estremi. Il  Rapporto  gamma  supera anche la difficoltà di suddividere la manoscrittura in calibro grande, calibro medio e calibro piccolo, non sempre agevole in una grafia poco calibrata, perché la formula può essere applicata a qualsiasi calibro. Anzi, dal confronto delle graduazioni ottenute con il  Rapporto gamma  e le graduazioni ottenute con le Differenze di calibro morettiane, è possibile stabilire se una Scrittura CALIBRATA  appartiene al  calibro medio, al calibro grande o al calibro piccolo.
È stato Crépieux a introdurre la misurazione nello studio della scrittura, anche se il suo procedimento configurava solo da lontano l’avvio a una sistematica analisi quantitativa. Un procedimento d’analisi viene riconosciuto valido se comporta un rischio d’errore noto e piccolo, meno del 5 % , direttamente confermato in pratica dalla correlazione statistica. Il  Rapporto  gamma  è un indice numerico, è un punto di partenza per la riflessione e l’investigazione. Non è una conclusione.
La grafologia morettiana e stata, da sempre, accusata di utilizzare troppa matematicità. La critica è apparsa irragionevole perché, i responsi grafologici, con il metodo morettiano, richiedono la massima precisione possibile, per far sì che essi non siano come una specie di sella adattabile alla schiena di qualsiasi giumenta.


DIFFERENZE  DI  CALIBRO
RAPPORTO  GAMMA



Le tre curve sono continue e discendenti con un limite massimo di dieci decimi sull’asse delle ordinate e un limite minimo di zero sull’asse delle ascisse. Nessun calcolo può andare fuori grafico. Le tre curve sono solo una semplificazione di un fascio di curve analitiche similari che possono essere tracciate per qualsiasi calibro e con qualunque campo di variazione.
Il  Rapporto  gamma  raccoglie in una sola formula tutta la complessità della  Scrittura  CALIBRATA  e supera le enormi difficoltà di calcolo della  Scrittura  grafologica  morettiana del  DISUGUALE  METODICAMENTE .
Leonardo da Vinci voleva che i propri asserti fossero matematicamente provati, perché la natura è matematica ed è anche altamente razionale e la natura esercitava sul Moretti una potente attrattiva.

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